LAVIA – LA STORIA DI UN TORRENTE
di Mario Codutti
La Lavia si inserisce in un territorio
caratterizzato da una complessa evoluzione
geomorfologia strettamente collegata a fenomeni
glaciali che hanno portato alla formazione
dell’anfiteatro morenico del Tagliamento.
La Lavia rappresenta una modesta asta
torrentizia che drena le acque che si raccolgono
nelle bassure intermoreniche; nel suo attuale
corso raggiunge una lunghezza di circa 11 Km..
La sorgente principale è visibile nei pressi
della S.P. Pagnacco-Fagagna , in comune di
Moruzzo, a valle della frazione di Modotto, 210
m s.l.m. ad un centinaio di metri dai Casali
Michelutti nei pressi della locale scuola
elementare.
Si tratta di un avvallamento formato nel era
glaciale e, con le acque piovane che non
trovavano scolo aveva generato il noto laghetto
di Modotto, scomparso verso il sesto secolo
allorché i fondi furono posti a cultura.
Una sorgente secondaria è posta a nord di Casa
Michelutti a Brazzacco, nasce in un tratto umido
di pianura, a ovest di Villa Sartoretti e giunge
in una zona chiamata “Forgaria”, dove nel secolo
scorso le famiglie della zona si recavano a
lavare e risciacquare la biancheria; a
testimonianza di ciò, si possono tuttora notare
la vasca ed i lavatoi in cemento.
Dalla sorgente a valle della scuola elementare
di Moruzzo, il corso d’acqua prosegue a ridosso
della case attraverso la borgata chiamata
“Casali Zanor”, in località Mazzanins, dove si
trova una sorgente secondaria “Aghe Plevane”;
scende poi con le rive alberate costantemente da
piante di indubbio pregio, fino in località
Lavia.
Nel frattempo ha già ricevuto l’apporto di altre
acque precisamente dell’“Aghe di Cjarin”e della
”Roggia” due rii che hanno origine dalle zone
paludose del comune di Moruzzo a quota circa 200
m.s.l.m.
La Roggia in particolare, è un rio che ha
origine a nord di Santa Margherita dov’è
presente una zona paludosa; si tratta di una
conca umida dove in passato si trovava il lago
del Gruagno (il nome è derivato dalla gru,
trampoliere che popolava la zona) e lambendo la
località di San Andrea, nei pressi di Brazzacco,
arrivava fino a Santa Margherita.
Nelle vicinanze della frazione di Lavia di
Moruzzo si trova anche una sorgente chiamata
“Aghe Mineral” (formata dai resti di una
traversa che alimentava un mulino risalente ai
primi anni del 1800), dove fino a pochi anni fa,
l’acqua veniva usata per usi domestici dalla
popolazione locale. In quel periodo operavano
diversi mulini sul torrente: il primo, partendo
dalla foce, era quello di “Casali Zanor” a
Mazzanins; quindi esistevano altri cinque mulini
tra Lavia di Moruzzo e Martignacco che ne
sfruttavano le acque attraverso opere di presa e
canalizzazione ora scomparse.
Al confine tra i comuni di Moruzzo e Martignacco
la Lavia riceve le acque del rio Coranzano.
A testimoniare la costante abbondanza di acqua
che alimenta il torrente, si elencano alcuni
dati della Stazione meteo Regionale di Moruzzo
rilevati negli ultimi 80 anni (gentilmente
forniti dal Servizio Idraulica Unità operativa
idrografica della Regione):
- piovosità media annua 1600 mm.;
- giorni piovosi 96 annui;
- precipitazioni max in 10 giorni 370
mm./decade;
- temperatura max 38 °C;
- temperatura min. -16 °C.
Lungo il suo itinerario di 11 km,
osservando il percorso in territorio
comunale di Moruzzo, rileviamo degli aspetti
molto simili al paesaggio di montagna: folta
vegetazione rappresentata da essenze arboree
quali il carpino, l’acero, il frassino, il
platano ed un ambiente di elevata umidità
ricco di varietà anche nel sottobosco.
Da sottolineare che nella borgata chiamata
“Casali Zanor”, l’esistenza dell’affluente
chiamato “Aghe Plevane“ di una fonte
d’acqua purissima meta quotidiana di molte
persone che ne fanno utilizzo per uso
domestico.
In territorio di Martignacco nel borgo
chiamato Lavia da alcuni anni è stato creato
un percorso turistico denominato “la
cjaminade” per passeggiate ecologiche che
tocca gran parte del tratto a monte del
torrente e dei suoi affluenti, dei cartelli
indicatori sono stati apposti lungo il
percorso.
Località
Martignacco
Il torrente dopo aver ricevuto il torrente
Volpe, a due km delle sorgenti raggiunge
Martignacco, attraversandone il centro
abitato nei pressi del Duomo.
Scende poi, sovrappassando per mezzo di un ponte
canalizzato, il Ledra.
L’alveo nelle zone di pianura è caratterizzato
da sezioni incise nelle suolo alluvionale e
sponde naturali leggermente rialzate rispetto al
piano di campagna. In alcuni tratti il suo corso
è pensile rispetto alla campagna circostante; in
altri, che attraversano gli abitati, l’alveo è
rivestito in ciottoli o calcestruzzo per
incrementare la capacità di deflusso e
stabilizzare gli argini.
La lavia termine il suo percorso nei prati di
Colloredo di Prato.
Tratto dal Libro di Gianfranco Mossenta |