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								Casaro” un nome che 
								porta alla memoria lontani sapori e profumi ….. 
								mestieri di un tempo che nella società di oggi 
								tecnologicamente così avanzata e in continua 
								accelerazione, stentano ad integrarsi. 
								E’ un lavoro di fatica, di 
								quotidiano impegno senza riposo settimanale, di 
								gocce di sudore che imperlano la fronte nei 
								momenti di maggiore tensione, di preoccupazioni 
								per la buona riuscita, ma anche… di magia e 
								stupore, di soddisfazione personale per quanto 
								con l’ abilità di mani esperte si riesce a 
								creare. 
								 
								Fabbricato vecchia latteria anni 
								"80 
								Per papà fare il formaggio è 
								sempre stato fin da ragazzo un lavoro svolto con 
								grande amore e profonda passione, da seguire 
								fase dopo fase con la stessa cura e attenzione 
								perché convinto che tutti gli elementi 
								concorrono con uguale importanza nella piena 
								riuscita del prodotto finale. 
								Primo fra tutti il latte, 
								elemento vivo, naturale che papà ogni mattina e 
								sera riceveva fresco, profumato e quasi caldo, 
								appena munto nelle stalle del paese. Del latte 
								ne percepiva la bontà e la genuinità solo 
								osservandolo e facendolo scorrere lentamente tra 
								la le dita della sua mano. 
								 
								Sono questi i sentimenti e le 
								emozioni che fin da bambina ho colto nelle sue 
								giornate di lavoro quando in bicicletta tornava 
								a casa dalla Latteria e io rientravo da scuola… 
								suoi occhi erano a volte pensierosi e 
								preoccupati perché la lavorazione, a causa di 
								inevitabili sbalzi climatici, non procedeva come 
								lui desiderava e lo sguardo era lontano, ancora 
								immerso nella Latteria. Ma i suoi occhi erano 
								anche felici e soddisfatti quando girava e 
								rigirava con abilità e rapidità quelle belle 
								forme di formaggio che sistemava sotto le presse 
								e poi  disponeva ben allineate nella 
								salina. Quelle stagionate facevano bella mostra 
								di sé sui banconi della cantina e acquolina in 
								bocca solo a guardarle! 
								 
								
								Ricordo i suoi 
								gesti precisi, fermi e decisi quando nella fase 
								principe della lavorazione riconosceva il 
								momento esatto in cui la cagliata era pronta, 
								con piglio ed energia immergeva le braccia nella 
								grande caldaia di rame, con le tele raccoglieva 
								il formaggio ormai coagulato, sapendone dosare 
								con maestria la quantità. 
								Sentiva suo, proprio dentro 
								di sé questo mestiere e curava la Latteria con 
								le stesse attenzioni e premure con cui amava 
								occuparsi della casa. Gli piaceva ed era fiero 
								di svolgere il suo lavoro con responsabilità ed 
								impegno perché chiunque entrasse in Latteria 
								potesse trovare un ambiente accogliente ed 
								ordinato. E a tutti regalava un sorriso, sincero 
								e cordiale.  
								La Latteria era un luogo di 
								incontro delle famiglie del paese: lì è scorso 
								il tempo di intere generazioni, lì è racchiuso 
								un tesoro di grandi ricordi, cari ed importanti 
								per ognuno di noi.  
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